Benvenuti a casa mia

 Gianni Vukaj e Beatrice Bernacchi                   2020                

In un tempo fatto di silenzi, di sguardi, di mancanze e di paure, Maria e Mattia, due giovani di Roma, decidono comunque di sposarsi celebrando, a porte chiuse, uno dei pochissimi matrimoni in tempo di Covid-19 in Italia. Sarà il loro sorriso ad accompagnare altre storie: quella di Marta, una bambina di otto anni con sindrome di down, che vince la noia e la paura del Covid con video-lezioni di cucina, di danza e di scuola; quella di Nonna Pasqua in isolamento con il nipote di 26 anni; di un padre e di un figlio di quattro anni, Genesio e Michele, in attesa del ritorno della mamma partita per Bergamo come infermiera con la Protezione Civile; quella di un sindaco, Stefania Proietti che ci mostra un’Assisi in lockdown, ma pronta a ripartire; quella di un gruppo di suore a Rivolta D’Adda vicino Cremona, Adoratrici del Santissimo Sacramento, che si prendono cura di anziani e disabili e quella di Silvia, una giovane rider di Bologna che a dorso della sua bicicletta ci fa entrare nel mondo dei giovani al tempo di Covid-19.
Girato quasi interamente con i telefonini, attraverso videodiari, con una regia da remoto, ‘Benvenuti a casa mia’ ci fa da specchio nel raccontarci le vulnerabilità, le paure e la voglia di vivere di ognuno di noi.

Benvenuti a casa mia

 Gianni Vukaj e Beatrice Bernacchi

   2020

In un tempo fatto di silenzi, di sguardi, di mancanze e di paure, Maria e Mattia, due giovani di Roma, decidono comunque di sposarsi celebrando, a porte chiuse, uno dei pochissimi matrimoni in tempo di Covid-19 in Italia. Sarà il loro sorriso ad accompagnare altre storie: quella di Marta, una bambina di otto anni con sindrome di down, che vince la noia e la paura del Covid con video-lezioni di cucina, di danza e di scuola; quella di Nonna Pasqua in isolamento con il nipote di 26 anni; di un padre e di un figlio di quattro anni, Genesio e Michele, in attesa del ritorno della mamma partita per Bergamo come infermiera con la Protezione Civile; quella di un sindaco, Stefania Proietti che ci mostra un’Assisi in lockdown, ma pronta a ripartire; quella di un gruppo di suore a Rivolta D’Adda vicino Cremona, Adoratrici del Santissimo Sacramento, che si prendono cura di anziani e disabili e quella di Silvia, una giovane rider di Bologna che a dorso della sua bicicletta ci fa entrare nel mondo dei giovani al tempo di Covid-19.
Girato quasi interamente con i telefonini, attraverso videodiari, con una regia da remoto, ‘Benvenuti a casa mia’ ci fa da specchio nel raccontarci le vulnerabilità, le paure e la voglia di vivere di ognuno di noi.